SOLITUDINE
Soltanto oggi ci rendiamo conto del valore di una semplice stretta di mano. L’emergenza Covid-19 e il conseguente lockdown ci hanno costretti – e per certi versi continueranno a costringerci – a cambiare il nostro modo di vivere le relazioni familiari e sociali.
Per mesi non è stato possibile incontrare e abbracciare un amico, un genitore, spesso il partner, senza nemmeno la consolazione di poter pianificare il prossimo incontro. Voli cancellati, confini chiusi o semplicemente il timore di portare il virus a una persona cara ci hanno impedito di vivere appieno i rapporti con le persone a cui siamo legati.
Un impedimento per molti doloroso, in particolare nei Paesi come l’Italia, dove le relazioni sociali sono fondate anche su una spiccata fisicità.
Nella solitudine delle case, abbiamo cercato di colmare questa lacuna utilizzando la tecnologia a disposizione. Le videochiamate sono diventate il modo per stare insieme, per condividere i momenti di una giornata o gli umori che ci accompagnavano in quei giorni.
Non solo. In un periodo storico nel quale ci sentivamo scollegati da noi stessi al punto che il concetto di mindfulness, oltre ad alimentare un notevole giro d’affari, acquistava sempre i più i tratti di un nuovo culto, l’isolamento forzato ci ha costretti a fare i conti col nostro io più profondo, a fronteggiare le nostre incertezze, le paure e i sogni. In altre parole, a partecipare (in modo forzato, ma almeno gratuitamente) a un corso di mindfulness ben più lungo e intenso di quelli per i quali, fino a poco tempo prima, molti erano disposti a pagare.
Un surfista si allaccia la muta prima di entrare in mare a Viareggio (Lucca). Una delle poche attività consentite dai decreti di emergenza durante il lockdown era la pratica di sport individuali all’aperto.
Teatro Colosseo, Torino. Gabriele Vacis, attore teatrale e regista, in pausa durante la presentazione del libro di Alessandro D'Avenia "L'appello".
Un ospite, originario del Ghana, del ricovero per senza fissa dimora Galgario, ricavato all’interno di un ex convento ristrutturato a Bergamo.
Una donna seduta su un muretto di fronte al mare di Sperlonga, vicino a Latina.
Napoli, stadio San Paolo. Dopo la veglia per la morte di Maradona, la gente continua ad andare allo stadio per rendere omaggio al campione. Famiglie e tifosi si riuniscono all’esterno e portano fiori, candele o gadget legati alla storia della squadra.
All’imbrunire, un ragazzo cammina in solitudine lungo il cosiddetto Muraglione all’imboccatura del porto di Viareggio.
Il Real Bosco di Capodimonte, uno dei pochi polmoni verdi di Napoli, durante il lockdown è rimasto chiuso al pubblico nei weekend per limitare i contagi. L’accesso era permesso ai runner fra le 7 e le 9 del mattino.
Durante la quarantena, molti cittadini di Napoli salgono sulle terrazze dei condomini alla ricerca di uno spazio all'aperto. Un uomo su una terrazza della Vela Gialla di Scampia, utilizzata come set per il film Gomorra.
Un ragazzo di origine bosniaca nel suo modulo abitativo all'interno della baraccopoli di Castel Romano, sul litorale di Roma.
Milano, Ospedale San Raffaele. La modella Anne Christensen qualche ora prima di dare alla luce sua figlia Audrey.
Giorgia, 23 anni, e Marco, 25, lavorano rispettivamente come copywriter di moda e web designer. Dividono l’appartamento con un’altra coppia che ha sofferto notevolmente per il lockdown. Giorgia e Marco, al contrario, grazie al tempo sospeso hanno recuperato una nuova armonia.
Ana Milena Guazaquillo, Nancy Briones, Liliana Llano e Hilda González sono suore dell’ordine delle Missionarie Serve del Divino Spirito. Ogni pomeriggio alle cinque in punto portano conforto spirituale alla cittadina di Positano, in Campania, recitando il rosario con l’ausilio di un megafono da un tetto in cima al paese. Durante il lockdown, le suore hanno anche organizzato dirette Facebook e videochiamate di sostegno per le persone sole e gli ammalati.
Bergamo, ospedale Giovanni XXIII. Un paziente in una sala d'attesa del pronto soccorso, convertito in reparto Covid-19 per fare fronte all’enorme afflusso di malati durante i giorni del picco dell’epidemia.
Roma, 3 aprile 2020. Al tramonto, Manik torna a casa con le provviste d'acqua per la sua famiglia.
Persone care, familiari, amici (come Serena, fotografa romana), sconosciuti. Proiettati a grandezza naturale, durante una videochiamata, sul divano di casa. Un modo di avvicinare nella distanza e alleviare il senso di solitudine.
Giovanni Maglione, infermiere all’ospedale di Polla (Salerno), attende che la moglie lo raggiunga per scambiarsi a distanza un saluto e fare due chiacchiere.
Bologna, aprile 2020. Danilo, un fotografo di 31 anni costretto per due mesi all’interno della sua casa di 50 metri quadri, soffre delle limitazioni che il lockdown ha imposto al suo lavoro. Nascono in lui, quasi inconsapevolmente, una forte attenzione e una nuova curiosità per lo spazio domestico, che diventano fonte di ispirazione creativa.
Durante il lockdown i milanesi hanno scoperto una città che non avevano mai visto prima: silenziosa, deserta, spettrale.
Bergamo, ospedale Giovanni XXIII. Un paziente al pronto soccorso, convertito in reparto Covid-19 per fare fronte all’enorme afflusso di malati durante i giorni del picco dell’epidemia.
Blello, in provincia di Bergamo, è uno dei cosiddetti villaggi “zero Covid”, dove non è stato registrato un solo caso di contagio. Il sindaco Luigi Mazzucottelli in piedi sul piccolo eliporto costruito di recente al limitare del paese.
All'Ospedale San Raffaele di Milano, un'ostetrica fa una pausa all'alba dopo aver lavorato tutta la notte.
Niccolò, costretto in casa con i genitori dalla quarantena in provincia di Latina, durante uno dei momenti di gioco nella sua camera, spesso alternati a noia e malinconia.
Davide, 20 anni, era a New York quando è iniziato il lockdown in Italia. Quando è stato decretato anche a New York, Davide è volato a Los Angeles, dove possiede una casa di vacanza. Quando il virus ha raggiunto anche la West Coast è rimasto confinato in casa da solo. La sua salvezza è stata la musica che scrive e canta. Dopo molti voli cancellati, è riuscito a tornare a Milano.
Roma, quartiere Appio Latino. Una donna al termine di una sessione di yoga.
Cinisello Balsamo (Milano). Irene Barrientos nella camera da letto della casa in cui vive con il marito e quattro figli, messa a disposizione dalla Fondazione Progetto Arca. Con l’emergenza Covid-19 i due genitori hanno perso entrambi il lavoro e per questo viene fornito loro periodicamente anche un pacco di aiuti alimentari.
In primavera la baia di Positano viene abitualmente presa d’assalto da yacht e barche di ogni tipo. Non quest’anno.
Milano, struttura di seconda accoglienza della onlus CAST (Centro Assistenza Sociale Territoriale): tre ospiti - da sinistra Sana Fofana, Samani Bangura e Gaetano Lanciano - che con l’emergenza Covid-19 sono stati costretti a interrompere l’attività lavorativa.
Genova. L'infermiera Giulia Bellantonio si occupa di un paziente malato di Covid-19 appena arrivato a bordo della nave da crociera MSC Splendid convertita in un ospedale.
Milano. Alessandro Caprio, impiegato di una grande azienda italiana, lavora in smart working da casa.
Milano. Elsa Radaelli, educatrice scolastica a contratto, da quando è iniziato il lockdown e la scuola ha chiuso non ha più il lavoro e non percepisce alcun compenso. Elsa vive - insieme a Noemi Ventura - in una casa messa a disposizione da Fondazione Progetto Arca, che le fornisce anche aiuti alimentari.
Niccolò, costretto in casa con i genitori dalla quarantena, si accerta che ci siano le caramelle nella spesa che la madre ha fatto consegnare a casa per evitare il più possibile il rischio di contagio.
Il 18 marzo l’Hotel Winter Garden, un albergo a quattro stelle a pochi passi dall’aeroporto di Bergamo, ha messo a disposizione la propria struttura per accogliere i pazienti dimessi dagli ospedali ma ancora positivi al Covid-19 e in attesa di poter tornare nelle proprie case con l’assoluta certezza di non costituire un pericolo per i familiari. I pazienti attendono qui l’esito dei tamponi. Si prende cura di loro il personale sanitario messo a disposizione da O.S.A. (Operatori Sanitari Associati).
Genova. Una paziente a bordo della nave da crociera MSC Splendid convertita in un ospedale Covid-19.
Albaredo per San Marco, in provincia di Sondrio, è uno dei cosiddetti villaggi “zero Covid”, dove non è stato registrato un solo caso di contagio. Caterina Esterina Del Nero, 93 anni, è uno dei residenti e sta uscendo dalla chiesa di San Rocco.
Milano. Un isolato passeggero all’aeroporto di Linate, quasi del tutto vuoto durante la pandemia.
Rosario Muro, comandante dei vigili urbani di Giffoni Valle Piana (Salerno), nella casa dove vive in autoisolamento dall’inizio dell’emergenza Covid-19.
Daniele Graziano, infermiere caposala al pronto soccorso dell’ospedale di Polla (Salerno), cena da solo nella sua abitazione temporanea. Il 4 maggio è stato il suo anniversario di nozze: dopo 17 anni di matrimonio, ha trascorso due mesi senza vedere la famiglia.
Cimitero comunale di Trespiano, in provincia di Firenze. Durante il lockdown, solo due o tre membri della famiglia possono partecipare alla tumulazione della salma del loro congiunto. Un prete di stanza al cimitero accoglie il carro funebre per una veloce benedizione.
Milano. Una donna cammina sola lungo il Naviglio Grande: durante l'emergenza Covid-19 il silenzio ha dominato per tutto il giorno questo luogo, celebre per gli affollati e rumorosi aperitivi.
All'ospedale Buzzi di Milano, la futura mamma Serena Minischetti prende l'ascensore per andare a partorire.
Bergamo, una paziente Covid-19 in condizioni critiche in una sala del reparto di terapia intensiva dell’ospedale Giovanni XXIII, nei giorni in cui l’afflusso di nuovi pazienti ha messo in grave crisi la capacità di risposta della struttura.
Gerola Alta, in provincia di Sondrio, è uno dei cosiddetti villaggi “zero Covid”, dove non è stato registrato un solo caso di contagio.